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Corrado Rosso: La “Maxime”. Saggi per una tipologia critica (1968), nuova edizione con introduzione di Werner Helmich.

Acuta docent, arguta fallunt soleva ripetere Giambattista Vico ai propri allievi, come registrano le sue Institutiones oratoriae. Sulla differenza fra una legittima “acutezza”, così come la teorizzarono i maestri Gracián e Peregrini, ed una maliziosa “arguzia” si giuoca la sopravvivenza del genere aforistico, al di là della sua età classica (il Seicento e Settecento francesi). E se Voltaire e Rousseau manifestarono il proprio impaziente sdegno per i preziosismi del duca de La Rochefoucauld, anche Sainte-Beuve ebbe a dire degli aforismi “ce sont des pierres fines gravées qu’on enchâsse ensuite dans le discours” (p. 38). Questo lo status quaestionis tratteggiato da Corrado Rosso nel primo capitolo, I nemici della “maxime”, del suo volume del 1968, che oggi viene ristampato nella nuova collana “Scorciatoie” del Mulino.

Seiten 445 - 448

DOI: https://doi.org/10.37307/j.1866-5381.2003.02.41
Lizenz: ESV-Lizenz
ISSN: 1866-5381
Ausgabe / Jahr: 2 / 2003
Veröffentlicht: 2003-10-01
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Dokument Corrado Rosso: La “Maxime”. Saggi per una tipologia critica (1968), nuova edizione con introduzione di Werner Helmich.