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La ‹vuota autorità›. Il re, il guerriero e il consigliere nel Palamede di Gianvincenzo Gravina

Il presente saggio analizza le figure che rappresentano il potere politico all’interno della più nota fra le tragedie di Gianvincenzo Gravina, ovvero il Palamede, ponendole in rapporto alla produzione etico-giuridica del dotto arcade, dall’Hydra mystica, sino alle Origines e alle Orationes. Il re (Agamennone), il guerriero (Achille) e il consigliere (Ulisse) sono volti di un’idea di razionalità efficace e persuasiva ma immorale e soprattutto coercitiva, in grado di fondare solo un’autorità priva del ‹consenso› comune e parte - cipato del popolo. Così il rifiuto dell’assunzione del ‹governo› da parte di Palamede, l’unico attore dell’ethos nell’opera, traduce la vera sfida della saggezza per l’ideologia di Gravina, ovvero quella di condurre l’uomo a vivere nello stato del diritto e della giustizia solo attraverso la profonda razionalizzazione degli istinti primitivi.

This essay analyzes the characters representing political power within the most known Gianvincenzo Gravina’s tragedy, the Palamede, in relation with the ethical and legal produc tion of the versed academician, from Hydra mystica, to Origines and Orationes. The king (Agamennone), the warrior (Achille) and the counselor (Ulisse) are figures of an idea of rationality that is effective and influential but coercive, able to establish just an authority destitute of the shared popular consent. Thus Palamede’s rejection of the ‹government› – the choice of the only ethical figure of the work – translates the true challenge of wisdom in Gravina’s ideology, that is to say leading men to live in justice and right through the rationalization of primordial instincts.

DOI: https://doi.org/10.37307/j.1866-5381.2013.01.07
Lizenz: ESV-Lizenz
ISSN: 1866-5381
Ausgabe / Jahr: 1 / 2013
Veröffentlicht: 2013-05-23
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Dokument La ‹vuota autorità›. Il re, il guerriero e il consigliere nel Palamede di Gianvincenzo Gravina